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  • Marcella

LA VITA CHE VORREI


Il Progetto “La Vita che Vorrei” realizzato all’Associazione di volontariato Maestrale e dalla Cooperativa sociale La Scotta di Capriolo, finanziato dal Bando volontariato Regione Lombardia 2018, prevede interventi educativi a favore di giovani persone con disabilità, che mirino allo sviluppo della loro autonomia ed inclusione sociale, nel loro territorio di vita.

Per dare risposte concrete alle giovani persone disabili bisogna riuscire a farle incontrare con i loro coetanei, sostenendoli nell’aiutarli a frequentare gli stessi ambiti di vita, potendo così condividere interessi e passioni comuni. Serve un lavoro educativo di sostegno nell’emancipazione dei giovani disabili dalle loro famiglie. Allo stesso tempo i giovani normodotati e la società più in generale hanno bisogno di essere educati, non solo nel riconoscere il diritto delle persone con disabilità di vivere una vita integrata e autonoma, ma anche a capire quali sono le piccole azioni di sostegno che possono facilitare e rendere possibile tutto questo, in un’ottica di reale crescita civile e solidale. I diversi livelli di autonomia e di autodeterminazione delle persone disabili dipendono non solamente dalla disabilità in sé, ma anche dal contesto in cui la persona vive, che può favorirne le potenzialità o accentuarne la disabilità. È allora necessario un lavoro di sensibilizzazione e di modificazione culturale all’interno della comunità, dal vicinato ai servizi pubblici, alla gente che si incontra per strada, affinché il disabile si senta accolto e parte integrante del proprio contesto di vita. Si parte dai giovani normodotati, attraverso la scuola che ha la responsabilità sociale di far comprendere alle nuove generazioni quanto significativa può essere la loro vicinanza nei confronti dei giovani disabili, e come con un semplice gesto e davvero poco sforzo si possa aiutare loro a realizzarsi, diventando protagonisti attivi della loro vita. Senza contare il ritorno davvero significativo, che il ragazzo/a normodotato/a può avere da questa esperienza in termini di appagamento, di gratificazione e di esperienza di crescita personale.

Nel mese di novembre gli educatori del progetto “la vita che vorrei” hanno incontrato gli studenti delle classi IV e V dell’Istituto di Istruzione Superiore Giacomo Antonietti di Iseo, presentandogli il loro lavoro con i giovani ragazzi con disabilità, e proponendogli l'opportunità, qualora volessero, di condividere alcune esperienze insieme, supportati da operatori e da volontari, partecipando ad alcune uscite sul territorio il sabato pomeriggio e/o sera.

La risposta è stata inaspettata: l’adesione personale al progetto a seguito degli incontri di presentazione è di ben 42 giovani ragazzi e ragazze provenienti dalle tre Sezioni Associate dell’Istituto: tecnico commerciale, liceo scientifico ed istituto professionale.

Sorprendente è stata anche la capacità organizzativa del gruppo di giovani che, collaborando con gli educatori, si sono suddivisi in sottogruppi di 3/4 amici, associando poi ogni gruppo ad ognuna delle uscite serali che saranno proposte ai giovani ragazzi con disabilità dal mese di gennaio al mese di giugno 2019.

I giovani ragazzi hanno anche proposto alcune iniziative da condividere con i giovani disabili: per esempio alcuni ragazzi appassionati del gioco di FIFA alla playstation hanno dato appuntamento ai giovani con disabilità interessati allo stesso gioco in una bar di Iseo, il martedì sera, per giocare insieme.

E così, si stanno diffondendo, a macchia d’olio le offerte di condivisione, moltiplicando le occasioni di incontro e di conoscenza reciproca, in modo spontaneo e concreto, attraverso l’entusiasmo e la naturalezza propria delle giovani generazioni.

Un buon esempio, in controtendenza rispetto agli episodi di bullismo che la cronaca troppo spesso ci propone. Inutile sottolineare la felicità e la contentezza che si sono diffuse fra le giovani persone con disabilità, entusiaste di poter condividere con i loro coetanei il proprio tempo libero e le proprie passioni.


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